Chernobyl

 

Se nella primavera del 2020 eravate bloccati in casa a causa del "lockdown" e cantavate dal balcone sventolando bandiere con i colori arcobaleno e la scritta "andrà tutto bene" sicuramente ricordere le immagini trasmesse via internet e telegiornali di tantissimi animali, girate da qualche malcapitato che come me si recava al lavoro, in mezzo a centri città,a camminare, mi verrebbe da pensare, in maniera spensierata e senza paura di trovarsi faccia a faccia con qualche uomo.

Le piazze e le città erano deserte, i prati e i parchi erano vuoti, fuori era primavera e la natura seguiva il suo naturale percorso senza che l'uomo recasse alcun danno.

Probabilmente se le autorità cinesi avessero avvisato per tempo le altre autorità mondiali, Italia compresa, forse non sarebbe successo quello che è successo.

Anche quella famosa notte di 35 anni fa a Pripyat, situata in Ucraina settentrionale, era primavera inoltarta.

La notte che cambiò per sempre il mondo. Il 26 aprile 1986 all'1, 23 minuti e 45 secondi presso la centrale nucleare Vladimir Il'ič Lenin di Černobyl', a pochi kilometri da Pripyat, avvenne un disastro.

Quello che noi tutti conosciamo come il "disastro di Chernobyl".
 

Lo stesso ragionamento doveva essere fatto anche da quegli ingegneri ucraini. Ma ai tempi l'Ucraina era sotto il regime comunista e quindi nessuno ha parlato per tempo procurando il disastro nucleare più grande di tutti i tempi.

Valery Legasov prima di togliersi la vita, nel secondo anniversario dalla tragedia, disse "what is the cost of lies?" ("qual è il costo delle bugie?"). 

Ho sempre avuto una grande passione per i “luoghi dell’abbandono”. Che siano ville vittoriane nascoste da una fitta vegetazione o città fantasma come Consonno ne rimango deliziata. 

Hanno un non so che di affascinante... spesso mi chiedo quale sia la loro storia, il motivo del loro declino, il peso che devono portare sulle spalle.

 
Nell’estate del 2020, nonostante la pandemia per Coronavirus, mi sono avventurata a Chernobyl.
Complice di questa mia "bizzarra" avventura in Ucraina è stata la miniserie televisiva omonima.
 
La capacità degli attori di entrare in ruoli tanto complessi è stata talmente magistrale che la mia curiosità, già molto alta, è raddopiata.
 
Armata di coraggio e di scoprire questo posto sono partita.

La cosa che noti appena entri "dentro Pripyat" è la fitta vegetazione.
 
Nell'aprile 2020 un'incendio ha distrutto parte della foresta ma,con il tempo,la natura si è ripresa ciò che è suo.
 
Vedi al suo interno palazzi e scuole abbandonate, un supermercato semidistrutto, ma ogni qualvolta giri lo sguardo noti un cespuglio verde.
 
Tanti sostengono che l'uomo è il peggiore nemico degli animali e della natura.
Il che,considerato quello che è successo ormai 35 anni fa, è vero.
 
Personalmente consiglio a tutti di visitare Chernobyl per "conoscere" meglio la storia affinchè disastri del genere non avvengano mai più.
 

Commenti

  1. Cara Margherita, la tua semplicità, sensibilità e cultura sono ammirevoli, grazie per questa perla, hai la capacità di portare il lettore proprio sul posto...e coltivare sensazioni e riflessioni! Grazie! Ogni volta un tema forte e con basi morali non indifferenti, complimenti!

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  2. ma grazie infinite!!!bellissimi questi complimenti!!tra poco scende la lacrima...speriamo non radiattiva! :D

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