Cosa si nasconde dietro la ricerca?

Il 7 febbraio, in una domenica fredda e uggiosa, mi sono diretta a Milano per una manifestazione in difesa dei macachi. 

Con sfondo il Duomo, incuranti della pioggia, ma bisognosi di mostrare la "semi libertà" ottenuta, dove il centro è assediato da poliziotti che ti dicono di fare il giro completo della piazza per poter entrare in galleria, dove si respira di nuovo la frenesia di una domenica "bestiale", dove i negozi e i bar sono presi d'assalto, sotto la statua monumentale di Vittorio Emanuele II c'e' un gruppo di persone di varie età, ceto culturale  diverso, con in mano tanti cartelli che recitano la scritta "macachi liberi" .

Per chi non lo sapesse i macachi sono dei primati di dimensioni medie, la lunghezza del corpo varia tra i 40 e i 75 centimetri, mentre il peso (nei maschi è superiore al 50% rispetto alle femmine) va dai 2,5 ai 18 kili. Un carattere identificativo della specie è la lunghezza della coda; a volte è molto corta o si riduce ad un organo vestigiale, come ad esempio nella bertuccia, mentre in altre specie è lunga quanto il corpo. Il colore dei macachi varia tra il grigio, il marrone e il nero. Hanno un viso glabro e sporgente.


Gli abusi che ricevono sono molteplici. In quei giorni, in varie piazze italiane, gruppi piccoli ma uniti di persone e scienziati, si sono unite per chiedere la liberazione di queste innocenti creature. La mutilazione di una parte della corteccia cereblare, la perdita della vista, sono solo alcune delle conseguenze della ricerca. Molti medici, contrari a questi esperimenti, sono scesi in piazza con dati concreti e hanno smontato le teorie dello Stato che finanzia la sperimentazione. Nell'esprimere queste cose hanno pianto e urlato la loro rabbia.

Nel ventunesimo secolo, è
la voce piu' ricorrente, con stampanti 3D, con organi vegetali, è completamente inutile distruggere la vita a questi poveri animali. La vivisezione viene effetuata quando l'animale è ancora in vita. Anche solo scrivendolo riesco a percepire la sofferenza di tutti questi animali usati come "cavie". Tanti ricercatori hanno detto che quando l'esperimento è finito all'animale in questione viene tolta la vita.

Tutto questo dolore, questa sofferenza, hanno ancora senso? Spesso di fronte a queste manifestazioni giriamo la testa da un'altra parte. Mormoriamo un "mi dispiace" ma poi tiriamo dritto. Non prendiamo mai in considerazione l'idea di ascoltare quello che dicono queste persone. Rimaniamo impassibili sino a che il dolore non ci tocca da vicino. 

Siamo più concentrati a scattarci selfie con l'amica e comprare l'ultimo modello di scarpe.

Dovremmo fermarci e capire che ogni vita vale.

Ne più ne meno della nostra.

 


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