Girl


I loro colori sono quelli dell'arcobaleno. Nella loro giornata li vediamo sempre vestiti a festa, con paiette sberluccicanti, parrucche con pettinature stravaganti e vestiti variopinti.

Ma dietro questi colori così accoglienti, così vivaci, spesso si nasconde una storia.

Una storia che non sempre risulta solo “bella” e facile o, come si suol dire, tutta in discesa ma di quanto lavoro e sofferenza c’è dietro il realizzare ciò che veramente si sente nel corpo, a discapito di una sessualità che in alcuni casi non ci appartiene, ne fa un racconto molto delicato il regista belga Lukas Dhont nel film del 2019 “Girl”.

La storia è quella di Lara, un’adolescente transgender, che seppur supportata dal padre e dalle persone a lei più vicino, per raggiungere il suo scopo di essere a tutti gli effetti una ragazza compie gesti estremi.

Il film è stato selezionato per rappresentare il Belgio ai premi Oscar del 2019 nella categoria Oscar al miglior film in lingua straniera.

Victor Polstern, il giovanissimo protagonista, è al suo debutto che, con meritato e guadagnato, successo viene lanciato a livello internazionale.


Quello che colpisce di questa pellicola, oltre a questa fotografia con continui colori caldi, è la bravura del giovane Victor Polstern nell’entrare nel personaggio di Lara, farla vivere attraverso tutte le dinamiche  e le problematiche legate al periodo dell'adolescenza, nelle piccole gioie e le grandi sofferenze di diventare una ballerina classica.

Figura molto forte ed estremamente paziente quella del padre che, da subito, accetta il cambiamento della figlia.

Atti di bullismo compiuti da parte delle “colleghe” del corso di danza feriscono Lara nel profondo e, come anticipato all'inizio, la portano a compiere un gesto estremo.

Il film è, a mio avviso, molto interessante e può, per gli animi più sensibili, aiutarci nell’accettare che siamo tutti unici.

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