Una bella scarpinata in compagnia di Andrea e delle sue storie


Camminare in  montagna, si sa, non è una semplice passeggiata.

Rocce sporgenti, foglie, fango, muschio ect sono i protagonisti di faticose salite e sentieri.

Ci sono però protagonisti primari di queste incredibili camminate,  ciò che io definirei gli attori, e sono: il bosco e i fiori dai molteplici colori, qualche animale nascosto dentro il bosco e nei cortili di cascine ancora utilizzate, asini e cavalli al pascolo, pennuti d’acqua di ogni specie. Ci sono ruderi e chiese abbandonate che, nel racconto di chi ci accompagna, ci riportano indietro nel tempo e ci fanno riscoprire storie e leggende quasi del tutto dimenticate.

Andrea Burzì, guida naturalistica, laureato in archeologia ed esperto conoscitore di eventi geologici, ci accompagna di volta in volta, in  questi gruppi di curiosi malcapitati, a conoscere angoli di mondo montano, permettendoci in questo modo di assaporare e di arricchire le nostre conoscenze e la nostra vita.


Ormai mi conoscete, sono una persona curiosa, non mi basta fare e vedere, mi piace approfondire ciò che vivo e, anche in questo caso, curiosa di sapere qualcosa in più sul suo mondo, ho deciso di porre ad Andrea qualche domanda su questo suo “faticoso” ma affascinante lavoro ed ecco cosa mi ha raccontato.

1. Come è nata questa passione?

Non so rispondere con precisione a questa domanda. Di sicuro fin da piccolo amavo andare a camminare nei boschi, inizialmente con mio nonno e poi quando è venuto a mancare e sono diventato più grande, anche da solo o con i miei cugini. Poi c'è stato tutto un periodo in cui ho abbandonato questa passione per fare altro: mi sono laureato in archeologia, ho fatto diversi lavori in diversi luoghi e poi...a un certo punto, un po' per caso un po' perché ero stufo di lavorare in fabbrica, ho seguito un corso per fare la guida naturalistica nel Parco Spina Verde e, sempre un po' per gioco un po' per la voglia di fare qualcosa di diverso, ho iniziato a organizzare escursioni.

Fortunatamente (e modestamente) sono andate fin da subito molto bene e ho scoperto di essere anche abbastanza bravo nel condurle e nel trovare itinerari interessanti. Piano piano questo passione si è sempre più sviluppata e le mie conoscenze si sono sempre più approfondite, sia in ambito di sentieri che in ambito di cose da raccontare, naturalistiche o storiche che fossero, ma comunque legate al territorio.

Perciò ad un certo punto ho deciso di fare il grande salto e far diventare questa passione una professione vera e propria e quindi ora sono 5

anni che ho la partita IVA. Mannaggia a me!


2. Qual è il percorso che ti piace di più? E quello che ti piace di meno?

Fondamentalmente non ho un percorso che mi piace di più e uno che mi piace di meno. Diciamo che quando elaboro e vado alla scoperta di nuovi itinerari, questi nuovi percorsi sono sempre quelli che mi danno più soddisfazioni ed emozioni. Quindi i percorsi che mi piacciono di più sono sempre quelli nuovi, quelli che ho fatto poche volte. Anche perché fare il sentiero una volta sola non ti permette di scoprire proprio tutto quello che è legato al luogo, tutte le caratteristiche di quel territorio. Anche solo il tornare in diversi momenti dell’anno e in diverse stagioni ti permette di scoprire e notare sempre cose nuove, anche solo per quello che riguarda la vegetazione, ad esempio.

La scoperta di nuovi percorsi in montagna, di nuovi punti panoramici, di diverse testimonianze storiche e naturalistiche è sicuramente la parte del mio lavoro che più mi fa emozionare mentre per i percorsi che conosco meglio e che faccio da più tempo mi rendo conto di essere meno coinvolto e un po’ annoiato.

In generale il mio itinerario ideale sarebbe un percorso che permette di camminare vista lago, non è importante se più in alto o più in basso, ma che comunque regali degli emozionanti panorami sul lago e sulle montagne attorno, e che inoltre combini assieme testimonianze storiche ad evidenze naturalistiche.

 3. Cosa non deve mai mancare in uno zaino durante una camminata?



Lo zaino sicuramente è importante e ci sono alcune cose che è sempre meglio avere tra cui qualcosa da mangiare e qualcosa da bere. Inoltre una cosa molto importante secondo me è di partire da casa sempre informati sulle caratteristiche del percorso e sull’itinerario che si vuole seguire, da scegliere in base alle proprie capacità. Se non abbiamo queste competenze è sempre possibile affidarsi ad una guida (se no io cosa sarei qui a fare?).

A mio avviso però la cosa più importante quando si va in montagna è avere le calzature adatte per fare il sentiero che si è scelto. Quando camminiamo a lungo e su percorsi magari accidentati i nostri piedi sono sollecitati in maniera importante: perciò avere una scarpa comoda, meglio se già utilizzata e testata a casa nei giorni precedenti, è l'ideale. Deve avere una bella suola scolpita a carro armato per ridurre al minimo il rischio di scivolare e che rivesta la caviglia e ci protegga da eventuali storte o slogature. Abbiniamoci poi un buon paio di calze tecniche che costano un po' ma riducono di molto il rischio di vesciche sui piedi e un minimo di equipaggiamento: degli abiti comodi e adatti alle temperature con qualcosa di caldo e qualcosa per proteggersi dalla pioggia da tenere nello zaino per ogni evenienza... “e prudenza, sempre!” (cit.).

 4. Quali sono le raccomandazioni che fai più spesso ai tuoi gruppi?


Le raccomandazioni che faccio più spesso ai miei gruppi sono quelle di avere scarpe ed equipaggiamento adatto all'uscita che facciamo e, durante la camminata, avviso sempre di prestare attenzione in certi punti del sentiero che possono presentare delle insidie.

Un'altra cosa molto importante in questo “periodo storico” è non distrarsi usando il telefono mentre si cammina: cercare di telefonare il meno possibile, non guardare i messaggi, non fare foto mentre si cammina, ma in caso di necessità fermarsi e riprendere a camminare quando si è terminato con il telefono. Assolutamente una cosa molto importante questa.

E poi cerchiamo di goderci la camminata e le bellezze che ci circondano invece di fissare il cellulare.

5. Qual è la storia più affascinante che hai avuto modo di condividere con il tuo gruppo?

Di storie affascinanti sicuramente ce ne sono tante perché comunque ogni luogo ha visto passare nel corso dei secoli tantissime persone e tantissimi eventi, anche se di queste storie a noi ne sono arrivate davvero pochissime perché la maggior parte si perdono nel corso degli anni.

Ma forse l'episodio un po' più particolare è legato a una piccola cappella dove c'è una statua della Madonna abbigliata con un antico vestito da sposa. La loro storia, della statua e del vestito, me le ha raccontate un signore che ho incontrato un giorno e che si occupa della manutenzione e pulizia della cappella. Il vestito è quello del suo matrimonio con la moglie purtroppo scomparsa da qualche anno e per quanto riguarda la storia della statua, di una meravigliosa villa sulle rive del lago, di un amore tragico e di un mucchio di oro scomparso...beh, quella la scoprirete se verrete alla mia escursione da Brunate a Torno.


6. Un consiglio per i lettori di “Pasticcio di Rapanelli” che vogliono iniziare questo percorso con te.

Io sono una guida che tende a parlare, che si ferma a raccontare quello che vede, le storie legate ai luoghi. Ad alcuni questo modo di condurre le escursioni non piace, ad alcune persone interessa solo camminare e quindi…in questo caso io non sono la guida adatto per voi!

Se invece volete scoprire aneddoti, curiosità e particolarità dei luoghi che si incontrano durante la camminata allora sono la persona giusta per voi! Huppieeeeee…

Per chi vuole iniziare a camminare con me, se è un principiante e non è troppo allenato, il consiglio è quello di partire dalle uscite un po' più facili e poi vedere come va e, se ha voglia, solo in seguito di cimentarsi con cose un po' più impegnative. Un altro consiglio è quello di non abbattersi quando si fa un po' di fatica, perché in questo modo, andando sempre un po' oltre il proprio limite, piano piano si possono raggiungere dei bellissimi risultati.


Se invece ci facciamo demoralizzare dal fatto che alla fine dell'uscita siamo stanchi e interrompiamo subito questo processo di crescita fisica ed esperienziale, allora possiamo anche decidere di smettere di camminare. Ma in questo modo finiremo per perdere tante belle esperienze e tante belle giornate in mezzo alla natura in posti magnifici e in compagnia. Tutto si conquista a piccoli passi, sia la meta durante la giornata di cammino, sia i miglioramenti che ci portano a raggiungere risultati sempre più grandi durante i mesi.

Forzaaaaaa!!!

Un caloroso saluto a tutti quelli che mi hanno letto.

Vi aspetto alle mie escursioni!

Andrea.

 


Sicuramente la voglia di intraprendere una bella scarpinata  con lui, ora che si è aperto un pò a me e anche a voi lettori, sono sicura che risulterà meno faticosa. Andrea è spesso molto entusiasta quando ci accoglie e la gioia con cui ci contagia, renderà il cammino gioioso e sopratutto indimenticabile. Andrea sarà accanto a noi e sempre pronto a farci “vivere” ogni escursione come una delle più belle escursioni di sempre.

Per potersi prenotare, visto che le sue gite vanno sempre a ruba (brutto tempo permettendo), Andrea consiglia di visitare il suo sito www.history-trek.it per avere una idea ancora più precisa della scarpinata che verrà effettuata!

Pasticcio Di Rapenelli, stanchezza e pigrizia a parte, continuerà a fare queste escursioni per conoscere e far conoscere ai suoi lettori e non posti nuovi!

“Buona strada” e grazie ad Andrea.

E a voi tutti: arrivederci al prossimo mese!  

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